Quanto può essere Pop un Dio? Quanto un eroe? Ho conosciuto Palumbo qualche anno fa e l’ho osservato nel suo percorso fatto di immaginario, di immaginifico, di sogno che si fonde con la realtà e viceversa, di isole e balene, di tende da circo e ippopotami e ora di filosofi e imperatori che ostentano vessilli da supereroi. Quasi come se il tempo non avesse più tempo, come se storia e fantasia diventassero un tutt’uno. Ho visitato le sue mostre e studiato il suo mercato, notando come da sempre riesce ad imporsi e allo stesso tempo a soddisfare la sete dei collezionisti che amano possedere tutti i suoi soggetti, quasi come fosse una raccolta della Panini da completare ad ogni costo. Osservando Palumbo ho capito che con lui tutto è possibile. E’ con questi dati che oggi analizziamo l’andamento economico-culturale di un artista. La sua presenza sul mercato e nelle collezioni, determina e significa la sua capacità di “bucare” l’animo del pubblico. Nel percorso manageriale di questa mostra, oggi ho potuto esserne spettatore felice e le sue opere mi hanno strappato sorrisi nella più vera tradizione Pop in cui lo spettatore si riconosce e si sente al sicuro. Un artista ormai super riconosciuto a livello internazionale, è riuscito ancora una volta a modificare la sua pittura, non dal punto di vista tecnico ma da quello rappresentativo, arricchendo di nuove frecce la faretra del collezionismo. Saranno in tanti a scegliere nuovamente Ciro Palumbo dopo questa mostra.